"IO" e "TU"


Chiudiamo gli occhi, restando in silenzio pronunciamo mentalmente "IO" o più semplicemente "ME". Mantenendoci concentrati, scandiamo costantemente l'"IO" fino a percepire la presenza di una energia invisibile che si stabilizza nella nostra testa, senza distinguere un suo punto preciso. Spingiamo questa sensazione, accompagniamola in fondo ai nostri piedi. Con questo semplice esercizio comprendiamo che siamo capaci di gestire un effetto, indirizzandolo o facendolo scorrere in un punto da noi stabilito. Questa volontà energetica la possiamo manifestare e controllare solo nell'istante in cui viviamo il nostro "adesso". Tutto questo quanto dura? Se siamo disturbati dal pensiero, il nostro "adesso" dura pochi istanti. Perché duri più a lungo, dobbiamo ripetere l'esercizio. Per eseguire nuovamente la prova, ci dobbiamo prima soffermare sul fattore che ci ha disturbati, l'individuazione deve evere una sua precisa identità. In questo caso noi sappiamo con certezza che la causa viene generata dal pensiero, cui sintomi sono tanti e difficilmente elencabili; questo è un valido motivo per contrapporsi identificandolo con il "TU", che significa tutto ciò che non sono "IO".  Che cosa ci impedisce di vivere il nostro presente?  Il “TU”! Lo chiamiamo pensiero. Qui, si possono raccogliere migliaia di testi che parlano del pensiero, il risultato al termine di ogni lettura spesso non è quello che ci aspettiamo. Non riusciamo ad ottenere la risposta giusta, cerchiamo sempre quella più difficile, ci manca consapevolezza della parola dove ha sede la sapienza. Nel nostro caso la risposta più semplice è riconoscere il dualismo, siamo: “IO” e “TU”. In quest’ottica cosa dobbiamo fare? Essere “IO”, abbandonare “TU”. Essere “IO”, vivere realtà allo stato presente: bellezza, gioia, pace, amore e sentimento. Rivelarsi ad ogni cosa e forma e, da ogni cosa e forma ricevere. Abbandonare “TU”, rinunciare all'irrealtà, tempo passato e futuro che non esiste; significa che dal mio presente vengo allontanato, cacciato, espulso. Nell’”IO” ho tutto, guardo avanti, di lato, dietro, in alto; vedo ciò che sta dentro al mio orizzonte, posso apprendere, conoscere, condividere. Nel “TU”, tutto mi viene nascosto tramite l’inganno, cacciato dall’”IO”, condotto nell'irrealtà, immerso nell'inquietudine tra dubbi, paure e insicurezza. Gli abbiamo consegnato le chiavi della nostra casa agli albori della nostra crescita: superata l’età infantile. Le prime paure, le punizioni, i rimproveri, il castigo, abbiamo aperto nella nostra mente l’accesso a un luogo dove rifugiarsi, la nostra cameretta, fuori dal mondo, nascosti sempre con il timore che qualcuno ci scopra o bussi alla nostra porta. Spesso i genitori sono la causa inconsapevole: quando dicono no a un si, quando non vogliono essere disturbati, quando litigano in casa, quando uno dei due lascia la casa, quando nel momento del gioco e del divertimento ci ricordano insistentemente di studiare. L'arte degli studi ci obbliga a generare nella memoria il ricordo, oggetto del passato, stabilizzandolo in un luogo precario, sono le cose che non vogliamo ma dobbiamo studiare e quando cerchi di uscire, si accende il dubbio, il sospetto, l’insicurezza, la fantasia. Noi tutti sappiamo cosa significano queste ultime parole, il 99,9% degli esseri umani vive più tempo nel “TU” che nell’”IO”. Le cose più buie e crudeli, come: guerra, omicidi, distruzioni, sofferenze, passano attraverso il “TU”. Molte delle nostre malattie fisiche e psicologiche si manifestano attraverso esaurimenti e stati di stress che interferiscono o ammalano le nostre cellule. Non ci vuole una tesi, tutti noi attraversiamo i sintomi del “TU”, nessuno è esente, se guardiamo da una angolazione giustizialista, intravediamo che gli emarginati e i poveri nella loro sofferenza hanno più umiltà; nel poco traspare la dignità. Nel mondo materialistico avere meno significa amare di più. Non dicasi dei ricchi, quelli convinti che la felicità si acquisti tramite mammona. La mia penna non è qui per giudicare, esplora il cammino per la ricerca dello spirito. Dobbiamo mettere nella bilancia vantaggi e svantaggi. “ME”, vantaggi tutti. “TU”, svantaggi tutti”. Che cosa si può fare? Il cambiamento non è facile, la maggioranza delle persone non vuole farlo: indolenti? pigri? no! Il pensiero “TU” ti prende in età inconsapevole, lavora come un mantra, più informazioni incameriamo più forza diamo alle sue strategie. Sono le paure le catene che riducono le nostre difese, ci privano nel tempo, delle energie, annullano costantemente la volontà di evadere. I ricercatori spirituali nel mondo sono in numero limitato, in questi ultimi secoli il materialismo ha un sopravento, la società si è allineata allo sfruttamento delle risorse, più in sintonia con il capitalismo che con Dio. Se mettiamo l’umanità difronte a una scelta tra “IO” e “TU”, anche il più sprovveduto analfabeta formulerebbe una risposta scontata.




Ed è proprio questa la via giusta, rendere facile ciò che sembra difficile. Dobbiamo recuperare un tempo che in modo ingannevole, senza renderci conto, si è presentato alla nostra innocenza mostrandoci il luogo dove nasconderci dalle nostre paure: in parole facili, ci ha imbrogliato. La prima cosa da fare è riconoscere che noi siamo “IO”, oppure “ME”. La seconda cosa da fare, dobbiamo ammettere che c’è un “TU”. La terza cosa da fare è la scelta, cioè: “IO”. Il primo passo l’abbiamo fatto; apertamente abbiamo dichiarato chi sono in modo inequivocabile, abbiamo affermato che “Sono Io”. Il secondo passo è riconoscere il presente. Affermare davanti al nostro spazio, nell'istante presente: “Sono Io” colui che É. L’affermazione che pronunci dentro di te in silenzio, lo fai al tuo corpo (occhi, naso, mani, piedi, orecchi, cervello, polmoni, fegato, ecc.); nello stesso istante a tutte le cose che la tua vista rivela, nello spazio in cui ti trovi. Se ti sposti, la vista annuncerà uno spazio diverso, un cambiamento che avviene sempre dentro il tuo attimo presente. Il terzo passo è riconoscere Dio, spirito creatore del regno materiale, vegetale, animale, dimora il suo creato in ogni estensione e dimensione, egli è: “Io Sono”. In ogni ambiente la nostra presenza deve essere annunciata:"Sono IO"; rivelata ad ogni cosa visibile e invisibile, ripetuta costantemente fino al giorno che sarai accolto dall'amore. In ogni istante il “TU” cederà, lo conosci, sai chi è, quando entra, lo inviterai ad uscire. Non abbandonerà facilmente la casa occupata, ma nulla può fare nel tuo presente, nel tuo essere “Sono Io”. Quando non dormi, continua a rivelarti al buio, all'ossigeno, al bene, al sonno, a ogni organo del tuo corpo, rimani in silenzio, non accettare, non alimentare fantasie o false emozioni, dubbi, pene, così nutri l’insonnia e la frustrazione.

Ora ogni volta che il pensiero invade il tuo presente, devi rivolgerti al "TU" con semplici parole, come: esci sei un disturbatore. Costantemente allenati e sviluppa la consapevolezza che sei "IO" e che "TU" è un'identità che non ti appartiene. Questo addestramento ti porterà sempre più verso il cammino spirituale, il mantra dell'"IO" oppure "Sono Io" è il bene che lotta contro il male. Ti sentirai sempre di più dentro il tuo spazio e quando il "TU" si annuncia con il pensiero, ti basta dire: sei un disturbatore, vattene. Tutto questo ti rende sempre più forte, di ogni istante apprezzerai la gioia, la pace, l'amore, ti fortificherai nello spirito, ti avvicinerai sempre di più a Dio e a Gesù, perderai lo stato di inquietudine e di paura.


Tratto dal testo "Sono Io" - © Copyright by Livio Moroni