Ape: parola potente, verità viva; la sua estinzione non significa solo che l'insetto viene eliminato in natura dal suo habitat; molto di più, dovremmo sostituirci. Le fatiche di un giorno per un'ape, equivalgono a cinque giorni per un uomo. Perderemo il miele e la cera, ma anche la parola, aderente a una vera realtà. La parola vive, noi siamo la parola, chi la pronuncia è nella parola; tutto sarà secondo essa. L'ape è una parola di Dio, la sua estinzione è la negazione di ciò che è vero. L'affermazione non sarà più veritiera, molte parole non più testimoniate si spegneranno con lei; la perdita significa povertà di linguaggio; aumento dell'inconsapevolezza e dell'ignoranza. In ogni parola vi è amore e coscienza, non ha tempo e spazio, è il presente di sempre. Tu non sei in grado e non lo sarai mai di emettere una sola parola in un tempo diverso dal tuo presente, sia tramite bocca o spirito interiore. Solo nel "qui ed ora" ascoltiamo la parola, e qui noi la pronunciamo. La parola perduta non è più nel luogo in cui si trova; spenta diventa un ricordo, una reminiscenza non più manifesta. Il tempo l'occulterà alle future generazioni; erediteranno un pianeta arso e pieno di solitudine; i loro avi sapienti saranno ricordati responsabili del declino della terra. In qualsiasi luogo emigreranno, il loro futuro sarà relegato e confinato all'interno di macchine e robot; l'intelligenza non sarà più dipendente dall'uomo, ma condizionata dall'ambiente; le poche cose vere, saranno causa di sofferenza e scontri; le fazioni lotteranno solo per la sopravvivenza. La scienza dentro un cip, rivelerà il necessario; tutto ciò che è bello, saporito, colorato, sarà raccolto traverso immagini; proiettano un tempo che fu; forse mai esistito. Le parole non vanno perdute; senza sono causa della fine di ogni 'inizio.
Tratto dal testo "Sono Io" - © Copyright by Livio Moroni
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